Regolamento ADR: a quali obblighi sono soggetti i produttori di rifiuti

Scritto il 4 nov 2013

Il regolamento ADR disciplina il trasporto delle merci pericolose su strada e si applica anche ai rifiuti che presentano una o più caratteristiche di pericolo elencate nell’ADR.

I criteri adottati per classificare un rifiuto pericoloso secondo la normativa ADR sono diversi da quelli presenti nel D. Lgs. 152/2006, per cui non sempre un rifiuto classificato con CER pericoloso è soggetto all’ADR e viceversa.

L’obbligo di adottare una corretta classificazione ADR del rifiuto spetta al produttore del rifiuto.

Obbligo di formazione del personale

Il regolamento ADR prevede che le aziende i cui operatori  effettuano operazioni di spedizione, imballaggio, carico, riempimento di cisterne, scarico e trasporto di merci pericolose devono avere una formazione adeguata alle responsabilità e funzioni  svolte. Tale formazione deve essere documentata e il datore di lavoro deve conservare la registrazione di tale formazione e renderla disponibile al dipendente o all’autorità competente su richiesta.

Quindi anche le aziende che effettuano l’imballaggio, il carico, il riempimento e la spedizione di rifiuti soggetti al regolamento ADR sono obbligate a formare il personale coinvolto nelle operazioni sopra citate.

Obbligo di nomina del consulente ADR

In generale il legale rappresentante di un’azienda che effettua il trasporto, l’imballaggio, il carico, il riempimento o lo scarico di rifiuti soggetti all’ADR ha l’obbligo di nominare il consulente per la sicurezza dei trasporti delle merci pericolose, (D. Lgs. 35/2010).

Sono previste delle esenzioni alla nomina del consulente, attualmente sono ancora in vigore le esenzioni previste dal D.Lgs. n.40/2000.

Se un’azienda effettua il carico e la spedizione dei rifiuti soggetti all’ADR è esentata dalla  nomina del consulente se:

  • effettua solo spedizioni di rifiuti secondo le modalità di esenzione previste dal paragrafo 1.1.3.6, ridotte quantità nell’unità di trasporto, o dal capitolo 3.4, in imballaggio in quantità limitate (D.Lgs. n.40/2000 art.3 c.6);
  • oppure se spedisce, in ambito nazionale, solo rifiuti di categoria di trasporto 3 (poco pericolosi).
    Questa esenzione vale solo se l’azienda effettua le spedizioni occasionalmente, non a titolo di attività principale od accessoria all’impresa, e si può applicare se l’azienda effettua un numero massimo di 24 operazioni all’anno, con un limite massimo di 3 operazioni nello stesso mese, con un totale complessivo annuo di 180 tonnellate. Inoltre, l’azienda, all’inizio di ogni anno solare, deve fare una comunicazione scritta all’ufficio provinciale del Dipartimento dei trasporti terrestri in cui dichiara di avere intenzione di avvalersi di tale esenzione. Sulla copia della comunicazione va annotata la data, il tipo e la quantità di rifiuto movimentato ogni volta, tale copia deve accompagnare il rifiuto pericoloso in ogni operazione, (Decreto ministeriale 4 luglio 2000).

Un esempio pratico

Un rifiuto presente  in molte aziende sono gli imballaggi contenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze, CER 150110*, secondo il regolamento ADR, se le sostanze pericolose contenute sono soggette al regolamento ADR, anche il rifiuto di imballaggio lo è, senza la necessità di effettuare alcuna analisi di classificazione sull’imballaggio. L’imballaggio contaminato deve essere trasportato secondo le disposizioni previste per gli imballaggi vuoti non ripuliti.